
UNA PREGHIERA MOLTO PERSONALE
Come può un testo così personale quale quello di questa bellissima intensa canzone – che infatti Leonard Cohen non ha mai interpretato nei suoi concerti, che io sappia – parlare al cuore di tutti noi?
E’ La preghiera di un Ebreo che vorrebbe poter credere al messaggio Cristiano, mentre chiede insistentemente a Dio di mostrargli il “posto”, con evidenti allusioni al Sepocro da cui “far rotolare la pietra”, alla Parola divina che si incarna nell’uomo,al significato da poter dare alla sofferenza. Ma non è solo ed esattamente questo. Il testo, pur nella sua essenzialità, ha una portata esistenziale su cui ciascuno può riflettere a modo suo. E’ il senso di impotenza dell’uomo in generale di fronte alle difficoltà insormontabili della vita, e la consapevolezza che qualcosa si può fare, sì, per salvare il salvabile, come pure cercare di comportarsi nel modo migliore e rispettare la legge, ma che di fronte allo scacco non ci sia altro da fare che “affidarsi” La parola “schiavo” usata da Leonard ci sembrerà forse troppo forte, sicuramente più che ebraica e può essere letta, se si vuole, anche in senso psicologico. Nell’alternarsi dei versi si percepisce infatti il contrasto interno tra chi da una parte si sente schiavo della propria sofferenza e dall’altra vorrebbe tentare di liberarsi (far rotolare la pietra) mentre si rende conto di non potercela fare con le sue sole forze. E’ tuttavia soprattutto il contrasto tra umano e divino che si coglie e si esprime, in una sorta di atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo. In tale dimensione le categorie della modernità occidentale si sono definitivamente perse e l’uomo torna alla sua struttura ontologica e mitologica, alla sua originaria solitudine, al semplice mistero di fronte a una forza che lo sovrasta ma che solo lo può aiutare a comprendere il senso più profondo della sua vita. Ed è l’ebraismo delle nostre radici culturali , del nostro fratello maggiore che riconosciamo ancora essere in parte nostro, quello che ci permette di credere, e di non credere.
Come può un testo così personale quale quello di questa bellissima intensa canzone – che infatti Leonard Cohen non ha mai interpretato nei suoi concerti, che io sappia – parlare al cuore di tutti noi?
E’ La preghiera di un Ebreo che vorrebbe poter credere al messaggio Cristiano, mentre chiede insistentemente a Dio di mostrargli il “posto”, con evidenti allusioni al Sepocro da cui “far rotolare la pietra”, alla Parola divina che si incarna nell’uomo,al significato da poter dare alla sofferenza. Ma non è solo ed esattamente questo. Il testo, pur nella sua essenzialità, ha una portata esistenziale su cui ciascuno può riflettere a modo suo. E’ il senso di impotenza dell’uomo in generale di fronte alle difficoltà insormontabili della vita, e la consapevolezza che qualcosa si può fare, sì, per salvare il salvabile, come pure cercare di comportarsi nel modo migliore e rispettare la legge, ma che di fronte allo scacco non ci sia altro da fare che “affidarsi” La parola “schiavo” usata da Leonard ci sembrerà forse troppo forte, sicuramente più che ebraica e può essere letta, se si vuole, anche in senso psicologico. Nell’alternarsi dei versi si percepisce infatti il contrasto interno tra chi da una parte si sente schiavo della propria sofferenza e dall’altra vorrebbe tentare di liberarsi (far rotolare la pietra) mentre si rende conto di non potercela fare con le sue sole forze. E’ tuttavia soprattutto il contrasto tra umano e divino che si coglie e si esprime, in una sorta di atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo. In tale dimensione le categorie della modernità occidentale si sono definitivamente perse e l’uomo torna alla sua struttura ontologica e mitologica, alla sua originaria solitudine, al semplice mistero di fronte a una forza che lo sovrasta ma che solo lo può aiutare a comprendere il senso più profondo della sua vita. Ed è l’ebraismo delle nostre radici culturali , del nostro fratello maggiore che riconosciamo ancora essere in parte nostro, quello che ci permette di credere, e di non credere.
Show me the place
Show me the place where you want your slave to go Show me the place I've forgotten I don't know Show me the place where my head is bendin' low Show me the place where you want your slave to go Show me the place, help me roll away the stone Show me the place, I can't move this thing alone Show me the place where the word became a man Show me the place where the suffering began The troubles came I saved what I could save A thread of light, a particle, a wave But there were chains, so I hastened to behave There were chains, so I loved you like a slave Show me the place where you want your slave to go Show me the place I've forgotten I don't know Show me the place where my head is bendin' low Show me the place where you want your slave to go The troubles came I saved what I could save A thread of light, a particle, a wave But there were chains, so I hastened to behave There were chains, so I loved you like a slave Show me the place Show me the place Show me the place Show me the place, help me roll away the stone Show me the place, I can't move this thing alone Show me the place where the word became a man Show me the place where the suffering began |
Mostrami il posto
Mostrami il posto,dove vuoi che il tuo schiavo vada Mostrami il posto, l’ho dimenticato, non lo so Mostrami il posto, dove il mio capo si inchina alla legge Mostrami il posto,dove vuoi che il tuo schiavo vada Mostrami il posto, aiutami a far rotolar via la pietra Mostrami il posto, non posso muoverla da solo Mostrami il posto, dove la Parola si è fatta uomo Mostrami il posto, dove la sofferenza ha avuto inizio Sono arrivati tempi difficili, ho cercato di salvare quello che potevo Un filo di luce,un granello, un’onda Ma c’erano catene, così mi sono affrettato a comportarmi bene C’erano catene, e ti amavo come uno schiavo Mostrami il posto,dove vuoi che il tuo schiavo vada Mostrami il posto, l’ho dimenticato, non lo so Mostrami il posto, dove il mio capo si inchina alla legge Mostrami il posto,dove vuoi che il tuo schiavo vada Sono arrivati tempi difficili, ho cercato di salvare quello che potevo Un filo di luce,un granello, un’onda Ma c’erano catene, così mi sono affrettato a comportarmi bene C’erano catene, e ti amavo come uno schiavo Mostrami il posto Mostrami il posto Mostrami il posto Mostrami il posto, aiutami a far rotolar via la pietra Mostrami il posto, non posso muoverla da solo Mostrami il posto, dove la Parola si è fatta uomo Mostrami il posto, dove la sofferenza ha avuto inizio Leonard Cohen da “Old Ideas” 2012 (trad. It.Giusy Frisina)
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